Map & Fork Blog, Voyage et cuisine du monde – Viaggi e cucina del mondo

Metti un venerdì nella medina di Fes

Eccoci qua, ora che ci siamo sistemati, con le nostre abitudini quotidiane, possiamo approfittare dei week-end di tanto in tanto liberi per scoprire il paese che ci ospita. Per la nostra prima escursione abbiamo scelto come destinazione Fes, a meno di un’ora in treno da casa.

gare fes

Siamo partiti dalla stazione di Meknès in mattinata, arrivati con qualche minuto di ritardo ma, per fortuna, il treno non era più puntuale di noi. Una volta arrivato dall’esterno questo ricorda molto ai classici treni intercity italiani ma una volta dentro era persino più nuovo di alcuni di questi. I tre quarti d’ora sono trascorsi gradevolemente ad ammirare il paesaggio dal finestrino, fatto di montagne in lontananza, dolci colline verdeggianti e distese di olivi a perdita d’occhio. Dettaglio di non poco conto: non tutte le stazioni ci sembrano essere state annunciate dal capotreno, se mancate il cartello quindi non potrete far altro che chiedere conferma agli altri passeggeri, cosa che abbiamo fatto anche noi per evitare di dover cambiare programma e destinazione.

gare de fes
La stazione di Fès

Attraversiamo l’elegante ingresso della stazione di Fès e ci dirigiamo verso i taxi per raggiungere l’ingresso della Medina, a qualche chilometro di distanza per poi proseguire a piedi visto che la città vecchia è completamente pedonale. Ci ritroviamo davanti Bab Boujloud, la splendida porta blu che attraversiamo per entrare nella Medina e cercare di trovare il nostro Riad. Non facciamo neanche tre passi che veniamo avvicinati da una guida turistica con tanto di cartellino ufficiale, ci propone un tour e ci mette in guardia dalle false guide in circolazione. Attraversiamo il suk e ci sembra di dover trovare un ago in un pagliaio  perché, nonostante le indicazioni, non riusciamo a trovarlo. Ci fermiamo allora davanti ad uno scalpelino che interrompe il suo lavoro per chiamare con il suo telefono il numero del riad e chiedere, in arabo, le indicazioni per raggiungerlo e quando si rende conto che neanche lui conosce quella stradina chiede al receptionist di venirci incontro.

medina
Scene di vita della Medina

Giunti a destinazione ci rendiamo effettivamente conto che da soli non saremmo mai riusciti a trovarlo, situato in fondo ad un minuscolo vicoletto nel cuore del suk al cui ingresso fanno bella mostra gabbie con anatre, tacchini in libertà, piume che volano e la confusione che ricorda alcuni vicoli di Napoli. Nel Riad, regna una pace che si nota ancor di più vista l’atmosfera esterna, il tempo di posare i bagagli e fare il check-in, segnare le principali attrazioni che ci interessano sulla mappa e siamo pronti a scoprire ogni segreto di questa città.

chouwara
Concerie Chouara

Ci dirigiamo verso le famose concerie di Fès, dove le pelli vengono lavorate finché non prendono la forma del cuoio. Difficile non “perdersi” nella Medina, senza indicazioni e con una cartina poco dettagliata. Un ragazzo ci chiede cosa stiamo cercando e ci fa strada, quando vediamo che la strada comincia a farsi lunga gli facciamo capire che possiamo continuare da soli (non abbiamo intenzione di dilapidare il nostro modesto budget) ma questo ci risponde che lo fa con piacere perché così pratica il francese e non vuole soldi. Sincero? In parte… quando ci dice di essere arrivati siamo in un negozio, la cui terrazza da su delle concerie, anche se non sono quelle che stavamo cercando (Chouara). Ci rendiamo conto che anche il ragazzo pratica, come quasi tutti qui, il sistema del “bakchich commissione sulle vendite che chi vi porta ottiene se comprate qualcosa. Non nascondiamo il nostro disappunto e torniamo sui nostri passi dopo vicoli e vicoletti finiamo per trovare ciò che cercavamo, saliamo su una terrazza dalla quale si vedono le pelli asciugare al sole sui tetti, le cisterne ad alveolo nelle quali vengono immerse per assorbire i coloranti vegetali naturali (come il fiore di Papavero)

effet avant-après
Prima e dopo

L’ora di pranzo si avvicina, ci mettiamo a cercare un ristorante che ci era stato consigliato ma anche stavolta, trovarlo senza chiedere a nessuno si rivela un’impresa. Il ragazzo che ci indica la strada ci accompagna fino all’ingresso del vicolo e davanti alla porta chiusa (e nessuna insegna) ci dice che questo è chiuso e ci consiglia di portarci in un altro ristorante “meno caro”. Lo ringraziamo ma abbiamo intenzione di cercarne un altro già sulla nostra lista. Prima però, un sesto senso ci dice di provare a telefonare a questo che sembra chiuso e qui, sorpresa, la proprietaria ci dice che sono aperti e che il ragazzo probabilmente aveva qualche interesse a portarci altrove. L’accoglienza è calorosa come sempre qui in Marocco, i prezzi sono un po’ più cari a Fès rispetto a Meknès, quindi inizialmente ciò ci ha un po’ sorpresi, ma l’esperienza è stata tutto sommato positiva, abbiamo pranzato in un’atmosfera tradizionale sotto un soffitto straordinario, interamente scolpito nel legno. Siamo anche riusciti a terminare un enorme piatto di Cous Cous, il che è un buon segno da due buongustai come noi.

panorama

Dopo pranzo, continuiamo a percorrere le strade della Medina fino a quando non ci fermiamo davanti ad un cortile nel quale notiamo cumuli di lana e di pelli tra i quali si divertono a rincorrersi e giocare gatti e galline in libertà. L’ennesimo ragazzo ci spiega il lavoro che compiono gli artigiani, ci accompagna ad un’altra conceria non troppo lontano da lì, fino a condurci sulle colline che sovrastano la Medina e dalle quali si gode di un panorama unico. Il belvedere vale la pena ma la nostra simpatica guida improvvisata, nel momento in cui gli chiediamo se ha un negozio nel quale lavora o conosce qualcuno in cui possiamo comprare eventualmente qualcosa , pretende soldi in contanti e non meno di una determinata somma, spropositatamente alta rispetto allo stipendio e al costo della vita locale (100 Dirhams, l’equivalente di 10 Euro), non cediamo alle richieste e gli diamo una mancia più che generosa. Ci ripromettiamo di fare maggiore attenzione per il futuro a non lasciarci guidare da nessuno ma con la Medina quasi deserta e i negozi chiusi complice il venerdì, l’ombra di due “turisti” occidentali non passano inosservati e promettono backchich interessanti per giovani sfaccendati.

madrassaA pochi passi dal nostro Riad, ci fermiamo a visitare la Madrassa Bou Inania, sorella maggiore di quella presente a Meknès. Le due scuole coraniche furono costruite nella stessa epoca (XIV secolo) e dallo stesso architetto, ma questa di Fès è la più grande delle due. Rimaniamo estasiati ad ammirare gli splendidi e minuziosi intarsi nel legno e sulla pietra in un’atmosfera silenziosa degna di un luogo religioso. La scuola coranica è uno dei pochi edifici religiosi aperti al pubblico (e ai non musulmani) ed è da molti descritta come una delle più belle, se non la più bella in assoluto di tutto il Marocco.

jardin

Usciamo dalla Medina per dirigerci verso il Palazzo Reale e le sue grandi porte dorate ma per questa volta dovremo accontentarci di un’altra bella porta, altrettanto ben custodita da guardie reali armate ma non quella che stavamo cercando. Ne approfittiamo per riposarci un po’ nel parco Jnan Sbile dove l’acqua sgorga dalle fontane all’ombra delle palme e coppie e famiglie con bambini passeggiano in questo ambiente rilassante.

sahraiPrima di rincasare decidiamo di concludere questa giornata di visite in un posto consigliato da un marocchino del posto. Prendiamo un taxi e ci facciamo portare all’Hotel Sahrai, un lussuoso albergo un po’ fuori mano ma con una terrazza panoramica. Arriviamo quando il sole sta per tramontare e ordiniamo un thé alla menta contemplando Fès e la Medina, le montagne che fanno da sfondo e contando le numerose cicogne che ci passano letteralmente sulla testa. Quando arriva il conto, notiamo che qui il thé costa 10 volte di più che in un qualsiasi bar ma include ovviamente il colpo d’occhio.

bab boujloud nuit

Quando il sole comincia a nascondersi dietro agli edifici torniamo alla Medina per cenare a due passi dalla porta blu. Saliamo sulla terrazza del Nagham Café dove proviamo una deliziosa pastilla e un ottima tajine. Dopo un po’ cominciamo a realizzare che, per la prima volta da quando siamo in Marocco, ci troviamo in un ristorante frequentato quasi esclusivamente da stranieri, ma rimaniamo più che contenti rispetto al cibo e al rapporto qualità prezzo.

Così si conclude la nostra prima giornata a Fès, una giornata movimentata e ricca di attività. Dormiamo come dei ghiri nel tranquillo Riad per proseguire il giorno seguente alla scoperta di questa città dalla storia millenaria, iscritta nel Patrimonio Unesco e che ha ancora belle sorprese in riserbo per noi…. al prossimo episodio!

Et si vous aimez...
Left-up-arrow Supportez nous avec
un simple j'aime.

Rispondi